Fare casa nel carcere: le scienze al servizio del progetto per umanizzare gli spazi detentivi
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Detenuti, personale di custodia e loro comandante, direttore del carcere, giornalisti, studiosi ed architetti: tutti intorno allo stesso tavolo. Non accade spesso in Italia. Ieri nella Casa Circondariale Bassone di Como sono stati presentati i risultati di Ri-CO-struire, progetto multidisciplinare finanziato da Fondazione Cariplo. Erano presenti il Direttore dell’Istituto Fabrizio Rinaldi, il professor Enrico Lironi, membro del CdA di Cariplo, Emanuela Saita e Antonia Sorge del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, l’architetto Cesare Burdese e l’architetto Ashwanth Ramkumar di Lombardini22.
L’obiettivo della ricerca era misurare l’impatto dell’architettura del carcere sul benessere degli operatori penitenziari e dei detenuti, per predisporre le soluzioni architettoniche su tre aree dell’Istituto.
Lombardini22 ha contribuito a elaborare inizialmente, con tutto il team, una matrice multifattoriale per coniugare aspetti psicologici, neuroscientifici, e sociali con le caratteristiche dello spazio (luce, materiali, colore, forma geometrica, e contesto) al fine di progettare i diversi fattori in gioco per favorire il benessere di detenuti e personale.
L’utilizzo della matrice multifattoriale ha consentito di inserire l’intervento su Bassone in una cornice di riferimento più ampia in grado di legare le proprietà architettoniche e spaziali delle aree interne ed esterne della Casa circondariale alla dimensione psico-fisica delle persone che la attraversano quotidianamente, la abitano.
Dopo questa prima fase, il team di Lombardini22 ha elaborato delle rappresentazioni tridimensionali digitali degli spazi presi in esame in modo da assistere il gruppo di ricerca dell’Università Cattolica di Milano nella conduzione di un esperimento che ha coinvolto un campione di detenuti e personale di custodia. Il video prodotto ha permesso alle 73 persone coinvolte di simulare l’attraversamento di tre ambienti digitali che, grazie a un visore particolare, ha indotto un elevato grado di immersione nello spazio virtuale. Nel corso e a seguito delle esperienze visive, ai partecipanti sono stati rilevati dei parametri fisiologici e poste una serie di domande basate su test validati attraverso altri esperimenti.
Il cuore della proposta progettuale suggerisce di sottrarre gli ambiti carcerari dall’atmosfera afflittiva che li caratterizza, trasformandoli in una pluralità di atmosfere più domestiche, familiari, rilassate oppure rivitalizzanti attraverso il riposizionamento di soffitti, oggetti delle pareti, colori, luci e materiali, piante e viste sull’esterno. All’interno della cella sono stati individuati sei micro-campi percettivi diversi, costruendo così una ‘casa nella casa’. Ogni cella in questa maniera è diversa sin dalla soglia di ingresso, e ogni singolo ambito deputato ad accogliere un momento diverso della giornata. In ragione dello stato emotivo atteso dalle persone, nei diversi nuclei, l’altezza del soffitto cambia per creare sensazioni corporee, o sentimenti di fondo distinti, facendo entrare in gioco colore, materiali e luce.
Questo permette una variazione modulata delle emozioni percepite, evocate dallo spazio. Come le celle anche gli altri spazi studiati possono essere migliorati: grazie alla compressione o decompressione dei limiti fisici intorno alla sfera immediata che avvolge il corpo, quella che viene definita come spazio peri-personale, vengono evocate diverse sensazioni corporee, che possono diventare sentimenti. Tutti gli ambiti interni delle diverse aree si possono rendere più vivaci ed attivanti, oppure più intimi e rilassanti.
Lombardini22 ha anche elaborato le linee guida applicative, partendo da quelle generali, sugli spazi della sezione detentiva ordinaria, dei detenuti in semilibertà, nonché su uno dei cortili.
Sulla scorta di queste indicazioni, relative alle caratteristiche interne delle aree citate, l’architetto Cesare Burdese, grande esperto di progettazione di istituti penitenziari, ha definito i layout architettonici. Lo ha fatto assumendo all’interno del progetto le indicazioni più avanzate provenienti dalle Commissioni Ministeriali sul tema della riforma delle carceri italiane, le normative, e gli aspetti più funzionali, per realizzare quello che Burdese chiama il ‘carcere dei padri costituenti’.
(en) Prisoners, custody staff and their commanders, prisonwarden, journalists, scholars and architects: all around the same table. Itdoes not happen often in Italy. Yesterday in the Bassone Prison in Como, theresults of Ri-CO-struire, a multidisciplinary project financed by the CariploFoundation, were presented. Presentwere the Director of the Institute Fabrizio Rinaldi, Professor Enrico Lironi, amember of the Cariplo Board, Emanuela Saita and Antonia Sorge from the Departmentof Psychology of the Catholic University of Milan, architect Cesare Burdeseand architect Ashwanth Ramkumar from Lombardini22.
The aim of the research was to measure the impact of prisonarchitecture on the well-being of prison workers and inmates, in order toprepare architectural solutions for three areas of the Institute.
Lombardini22 initially helped to draw up, with the entireteam, a multifactor matrix to combine psychological, neuroscientific, andsocial aspects with the characteristics of the space (light, materials, colour,geometric form, and context) in order to design the different factors at playto promote the well-being of inmates and staff.
The use of the multifactorial matrix made it possible toplace the intervention on Bassone in a broader frame of reference capable oflinking the architectural and spatial properties of the internal and externalareas of the prison to the psycho-physical dimension of the people who passthrough it every day and inhabit it.
After this first phase, the Lombardini22 team developedthree-dimensional digital representations of the spaces examined in order toassist the research group of the Catholic University of Milan in conducting anexperiment involving a sample of inmates and custody staff. The video producedallowed the 73 people involved to simulate walking through three digitalenvironments which, thanks to a special visor, induced a high degree ofimmersion in the virtual space. During and following the visual experiences,participants were measured on physiological parameters and asked a series ofquestions based on tests validated through other experiments.
The core of the design proposal suggests removing prisonenvironments from their afflictive atmosphere, transforming them into aplurality of more domestic, familiar, relaxed or revitalising atmospheresthrough the repositioning of ceilings, wall objects, colours, lights andmaterials, plants and views of the outdoors. Six different perceptualmicro-fields have been identified within the cell, thus constructing a 'housewithin a house'. Each cell in this way is different right from the threshold ofentry, and each individual field designated to accommodate a different time ofday. Depending on the emotional state expected by the people, in the differentnuclei, the height of the ceiling changes to create distinct body sensations,or background feelings, bringing colour, materials and light into play.
This allows a modulated variation of the perceived emotionsevoked by the space. Like the cells, the other spaces studied can also beenhanced: by compressing or decompressing the physical limits around theimmediate sphere that surrounds the body, what is referred to as theperi-personal space, different bodily sensations are evoked, which can becomefeelings. All the inner spheres of the different areas can be made more livelyand activating, or more intimate and relaxing.
Lombardini22 also drew up application guidelines, startingwith the general ones, on the spaces of the ordinary prison section, thesemi-release prisoners and one of the courtyards.
On the basis of these indications, relating to the internalcharacteristics of the aforementioned areas, architect Cesare Burdese, a greatexpert in the design of penal institutions, defined the architectural layouts.He did this by incorporating within the project the most advanced indicationscoming from the Ministerial Commissions on the subject of the reform of Italianprisons, the regulations, and the most functional aspects, to realise whatBurdese calls the 'prison of the constituent fathers'.
DI OGNUNO
Dal progetto DI OGNUNO (scopri di più sulla Reception di Ognuno), nato da un’iniziativa di HospitalityRiva in collaborazione con Lombardini22 con Village for all - V4A® Ospitalità Accessibile, nasce un documento digitale che accompagna in un viaggio nel mondo dell’ospitalità accessibile e della progettazione universale nel settore dell’accoglienza, alla ricerca di risposte e soluzioni per la creazione di spazi e servizi che rispondano alle esigenze DI OGNUNO.
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