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Data Centers of the future are here

Risposte, competenze ed esigenze dei data center post Covid
28/5/2020
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Alberto Caccia, direttore di CAP DC Italia, business unit di Lombardini22 specializzata nella realizzazione di data center e nel loro sviluppo sul mercato italiano, condivide con i lettori di Ocio il suo punto di vista sulla trasformazione digitale che stiamo vivendo e sulle soluzioni tecnologiche che la facilitano e supportano.

Uno degli effetti delle restrizioni per l’emergenza Covid è stata la crescita dell’utilizzo di servizi digitali in vari ambiti della nostra vita. Le piattaforme di collaborazione online hanno sostenuto in modo massivo non solo il lavoro da remoto, ma ogni aspetto della nostra vita durante il lockdown. Sono innumerevoli gli esempi di attività che abbiamo trasferito su strumenti digitali. Il lavoro, la didattica a distanza, gli incontri con gli amici, l’intrattenimento sono solo alcuni esempi.

In un periodo di inevitabile distanziamento fisico, è emerso con chiarezza il ruolo della tecnologia per colmare il distanziamento sociale. La disponibilità di infrastrutture adeguate ha inciso in modo netto sulla qualità del lavoro, delle relazioni e della vita durante il lockdown.

Ma quante organizzazioni hanno avuto difficoltà a implementare efficienti modalità di lavoro da remoto per le carenze delle infrastrutture aziendali? Quante scuole hanno faticato a organizzare la didattica a distanza per le limitazioni imposte dai loro server? Quanti studenti e lavoratori si sono scontrati con la bassa qualità delle connessioni domestiche?

Il processo in atto è irreversibile: uno degli effetti più duraturi del lockdown sarà la remotizzazione delle nostre attività.

Ne seguirà un bisogno crescente di soluzioni tecnologiche affidabili a sostegno di questo processo. Da un lato, ci auguriamo che questa domanda inneschi un programma nazionale di realizzazione di reti e infrastrutture per la connettività per colmare i troppi gap presenti sul territorio. Dall’altro, ci aspettiamo che le aziende e le organizzazioni siano sempre più esigenti verso la creazione di ecosistemi cloud, basati su architetture ibride composte da infrastrutture proprietarie e risorse esterne, secondo i modelli dei contesti più maturi.

I data center si stanno consolidando come nodi interconnessi di ecosistemi digitali, piuttosto che come puri bunker di dati, e in questo senso parteciperanno certamente al necessario processo di rafforzamento infrastrutturale.

Gli operatori già presenti sul territorio nazionale stanno attivando interventi di ampliamento e consolidamento delle loro infrastrutture, e in parallelo è evidente un crescente interesse da parte dei principali player internazionali, che stanno pianificando lo sbarco in Italia con la costruzione di nuovi data center. L’emergenza sanitaria non sembra aver rallentato questi progetti che, al contrario, potranno essere accelerati dalla maggiore domanda di soluzioni digitali.

Lavorando su questi interventi, in Lombardini22 vediamo che i clienti confermano l’attenzione ai temi chiave, ormai consolidati per la progettazione del settore, quali la sicurezza del sito e la ridondanza dei sistemi tecnologici.

Notiamo un crescente impegno verso l’efficienza energetica dei data center nel loro complesso, sia per governare i costi totali dell’operazione nel ciclo di vita (total cost of ownership), sia per confrontarsi con le limitazioni imposte dalla rete di distribuzione elettrica, oltre che per una generale attenzione alla sostenibilità tout court del progetto.

Per quanto riguarda le professionalità coinvolte, si conferma la richiesta di gruppi di lavoro qualificati, forti di competenze tecniche e di un’imprescindibile esperienza pregressa in progetti di questo tipo.

Servono team strutturati, che coinvolgano professionisti altamente specializzati nella propria disciplina ed esperti di questo settore di mercato.

C’è una crescente necessità di figure multidisciplinari che, a partire da una formazione tecnica, possano guidare il coordinamento progettuale e la gestione dell’intervento, attraverso l’analisi delle lavorazioni e del relativo impatto sulle infrastrutture. Soprattutto per gli interventi su data center esistenti, il coordinamento delle attività di cantiere con la normale operatività del sito è fondamentale per il successo del progetto, e richiede un approccio strutturato alla gestione delle interferenze e alla mitigazione dei rischi.

In Lombardini22 crediamo nel processo di ampliamento del mercato data center in Italia e stiamo lavorando in questa direzione, proseguendo il consolidamento di un team multidisciplinare, dedicato ai progetti data center e alle infrastrutture Mission Critical. Tutto questo, grazie alle esperienze acquisite negli anni attraverso gli interventi realizzati e grazie alla collaborazione con il network internazionale CAP DC, di cui fa parte la nostra business unit.

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May 28, 2020
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May 28, 2020

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Alberto Caccia, direttore di CAP DC Italia, business unit di Lombardini22 specializzata nella realizzazione di data center e nel loro sviluppo sul mercato italiano, condivide con i lettori di Ocio il suo punto di vista sulla trasformazione digitale che stiamo vivendo e sulle soluzioni tecnologiche che la facilitano e supportano.

Uno degli effetti delle restrizioni per l’emergenza Covid è stata la crescita dell’utilizzo di servizi digitali in vari ambiti della nostra vita. Le piattaforme di collaborazione online hanno sostenuto in modo massivo non solo il lavoro da remoto, ma ogni aspetto della nostra vita durante il lockdown. Sono innumerevoli gli esempi di attività che abbiamo trasferito su strumenti digitali. Il lavoro, la didattica a distanza, gli incontri con gli amici, l’intrattenimento sono solo alcuni esempi.

In un periodo di inevitabile distanziamento fisico, è emerso con chiarezza il ruolo della tecnologia per colmare il distanziamento sociale. La disponibilità di infrastrutture adeguate ha inciso in modo netto sulla qualità del lavoro, delle relazioni e della vita durante il lockdown.

Ma quante organizzazioni hanno avuto difficoltà a implementare efficienti modalità di lavoro da remoto per le carenze delle infrastrutture aziendali? Quante scuole hanno faticato a organizzare la didattica a distanza per le limitazioni imposte dai loro server? Quanti studenti e lavoratori si sono scontrati con la bassa qualità delle connessioni domestiche?

Il processo in atto è irreversibile: uno degli effetti più duraturi del lockdown sarà la remotizzazione delle nostre attività.

Ne seguirà un bisogno crescente di soluzioni tecnologiche affidabili a sostegno di questo processo. Da un lato, ci auguriamo che questa domanda inneschi un programma nazionale di realizzazione di reti e infrastrutture per la connettività per colmare i troppi gap presenti sul territorio. Dall’altro, ci aspettiamo che le aziende e le organizzazioni siano sempre più esigenti verso la creazione di ecosistemi cloud, basati su architetture ibride composte da infrastrutture proprietarie e risorse esterne, secondo i modelli dei contesti più maturi.

I data center si stanno consolidando come nodi interconnessi di ecosistemi digitali, piuttosto che come puri bunker di dati, e in questo senso parteciperanno certamente al necessario processo di rafforzamento infrastrutturale.

Gli operatori già presenti sul territorio nazionale stanno attivando interventi di ampliamento e consolidamento delle loro infrastrutture, e in parallelo è evidente un crescente interesse da parte dei principali player internazionali, che stanno pianificando lo sbarco in Italia con la costruzione di nuovi data center. L’emergenza sanitaria non sembra aver rallentato questi progetti che, al contrario, potranno essere accelerati dalla maggiore domanda di soluzioni digitali.

Lavorando su questi interventi, in Lombardini22 vediamo che i clienti confermano l’attenzione ai temi chiave, ormai consolidati per la progettazione del settore, quali la sicurezza del sito e la ridondanza dei sistemi tecnologici.

Notiamo un crescente impegno verso l’efficienza energetica dei data center nel loro complesso, sia per governare i costi totali dell’operazione nel ciclo di vita (total cost of ownership), sia per confrontarsi con le limitazioni imposte dalla rete di distribuzione elettrica, oltre che per una generale attenzione alla sostenibilità tout court del progetto.

Per quanto riguarda le professionalità coinvolte, si conferma la richiesta di gruppi di lavoro qualificati, forti di competenze tecniche e di un’imprescindibile esperienza pregressa in progetti di questo tipo.

Servono team strutturati, che coinvolgano professionisti altamente specializzati nella propria disciplina ed esperti di questo settore di mercato.

C’è una crescente necessità di figure multidisciplinari che, a partire da una formazione tecnica, possano guidare il coordinamento progettuale e la gestione dell’intervento, attraverso l’analisi delle lavorazioni e del relativo impatto sulle infrastrutture. Soprattutto per gli interventi su data center esistenti, il coordinamento delle attività di cantiere con la normale operatività del sito è fondamentale per il successo del progetto, e richiede un approccio strutturato alla gestione delle interferenze e alla mitigazione dei rischi.

In Lombardini22 crediamo nel processo di ampliamento del mercato data center in Italia e stiamo lavorando in questa direzione, proseguendo il consolidamento di un team multidisciplinare, dedicato ai progetti data center e alle infrastrutture Mission Critical. Tutto questo, grazie alle esperienze acquisite negli anni attraverso gli interventi realizzati e grazie alla collaborazione con il network internazionale CAP DC, di cui fa parte la nostra business unit.

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May 28, 2020
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